Per saperne di più
La manometria esofagea è un esame che valuta la motilità dell’esofago ed il tono de suoi sfinteri attraverso un sondino nasale in grado di misurare le variazioni di pressione che si verificano nel lume dell’organo. La Manometria ad Alta Risoluzione (High-Resolution Manometry) consiste in un ulteriore sviluppo tecnologico ottenuto attraverso l’uso di sondini dotati di un elevato numero di sensori e del relativo software di analisi.
Questa nuova tecnologia, oltre a velocizzare l’esecuzione dell’esame, ne migliora sensibilmente la capacità di discriminazione delle varie alterazioni motorie.
Per semplificare, la differenza tra la vecchia e la nuova manometria è come vedere la luna con il cannocchiale o con il telescopio! Ovviamente questa estrema accuratezza diagnostica ne ha enormemente aumentato il suo utilizzo nella pratica clinica.
IN QUALI CASI È INDICATA
- Disfagia e disturbi della deglutizione
- Dolore toracico non di natura cardiaca
- Malattia da reflusso gastroesofageo.
In questa patologia è fondamentale sapere:
Come si muove l’esofago. La forza della peristalsi esofagea è il nostro fattore protettivo più importante, infatti la presenza di succo gastrico induce un aumento della motilità esofagea che permette all’esofago di liberarsi dal contenuto gastrico.
La valutazione pre e post-operatoria per chirurgia dell’esofago e del giunto esofago-gastrico.
La conformazione dell’apparato cardiale La capacità pressoria, la lunghezza (almeno 5cm), quanto si trova in addome (almeno 2 cm), se c’è ernia jatale.
COME PREPARARSI ALL’ESAME
Per eseguire l’esame il paziente deve essere a digiuno dalla sera precedente e deve aver interrotto da almeno una settimana l’assunzione di medicinali che influiscono sulla motilità esofagea (procinetici).
Gli altri farmaci possono essere assunti regolarmente (in caso di dubbio consultare il medico).
COME SI SVOLGE
L’esame standard dura circa 20 minuti e viene svolto solitamente in modalità ambulatoriale con il paziente cosciente. Non è possibile eseguire sedazione perché, oltre ad essere necessaria la collaborazione del paziente durante tutto l’esame, l’effetto miorilassante interferirebbe con la motilità esofagea che è l’oggetto di studio.
Il paziente seduto sul lettino viene premedicato con un anestetico locale spruzzato in gola e nel naso, successivamente il medico introduce un sondino di pochi millimetri di diametro, lubrificato con gel, attraverso una narice e lo fa progredire fino in cavità gastrica. In seguito il paziente può distendersi sul lettino e vengono eseguite le registrazioni pressorie in circa 5-10 minuti. Al paziente viene solo chiesto di deglutire ripetutamente (10 volte) dei piccoli sorsi d’acqua. Non è necessaria la somministrazione di alcun anestetico né di ipnotici e dopo la procedura egli è libero di allontanarsi dall’ambulatorio. In genere l’esame è ben tollerato, ma talvolta è possibile che si manifestino vomito, lipotimia e broncospasmo.