Il termine  emorroidi deriva dalla somma dei termini EMOS ( sangue ) e REO ( scorro) e fu coniato da Ippocrate in relazione al caratteristico sintomo che accompagna i pazienti con congestione emorroidaria ovvero il sanguinamento anale.

Le emorroidi sono dei cuscinetti vascolari misti sia arteriosi che venosi presenti sia nella sottomucosa del canale anale (emorroidi interne) che nel derma anocutaneo ( emorroidi esterne).
Funzionalmente esse partecipano attivamente al meccanismo della continenza anale, pertanto le emorroidi sono formazioni anatomiche normali che vanno distinte dalla malattia emorroidaria.
Cosa determina la malattia emorroidaria? Studi controllati hanno dimostrato che esiste un substrato predisponente (ereditario, familiare, costituzionale) sul quale vanno ad inserirsi fattori scatenanti, quali :
– turbe dell’alvo ( stitichezza o diarrea),
– momenti della vita genitale femminile (fase premestruale, gravidanza e parto)
– abitudini alimentari ( alcol, spezie, caffè),
– abitudini di vita ( sedentarietà o prolungata posizione seduta o in piedi per motivi di lavoro),
– alcuni tipi di sport ( equitazione e motociclismo),
– i contraccettivi orali, certe alterazioni metaboliche (ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, iperuricemia).


Come si manifesta la malattia emorroidaria?

Sanguinamento. Si tratta di perdite di sangue rosso vivo, generalmente di media quantità, che si ripete e che compare sovente al termine della defecazione.
Dolore. Più o meno intenso, ma quasi sempre localizzato e contemporaneo alla defecazione. Estremamente invalidante nel caso della trombosi emorroidaria esterna dove rappresenta sicuramente il sintomo dominante.
Tumefazione. Percepita all’esterno dell’ano spesso riducibile spontaneamente o manualmente ( elementi a favore delle emorroidi).
Secrezione e prurito. Spesso si ha una secrezione di muco che si associa ad un fastidiosissimo prurito anale.
Come si cura? Per quanto concerne la cura possiamo distinguere diversi approcci sia medici che chirurgici ma sicuramente fondamentali sono delle buone regole igienico sanitarie.
alimentazione ricca in fibre con abbondante assunzione di acqua.
Ridurre le spezie, le bevande alcoliche la cioccolata.


Combattere la stitichezza


Migliorare l’igiene locale ( spesso è conveniente nelle fasi acute evitare l’uso della carta igienica e utilizzare dei semicupi tiepidi con saponi specifici).
Favorire l’attività fisica evitando la vita sedentaria. Si devono sconsigliare durante le crisi, certe attività, come il ciclismo, il motociclismo e l’equitazione.
Errate abitudini defecatorie possono risultare egualmente dannose: ad esempio l’abitudine giornaliera di indugiare alla lettura del giornale seduti sul water.


La terapia medica è affidata ai Flavonoidi sono pigmenti presenti in fiori, frutti e foglie di numerose specie vegetali con una spiccata azione endotelio protettore (ovvero rinforzano la struttura dei vasi sanguigni) riuscendo cosi a risolvere sia i sanguinamenti acuti che cronici. In commercio esistono numerosi prodotti farmacologici con alte concentrazioni di tale sostanza.
In natura la fonte principale di bioflavonoidi è caratterizzata dagli agrumi( arance limoni, mandarino),mirtilli,carote,pomodoro. Altri cibi ricchi di bioflavonoidi sono: albicocche, ciliegie, uva, papaya e melone.


Quando bisogna operarle?


Le emorroidi vengono classificate in base alle dimensioni in quattro gradi:
1° grado: emorroidi aumentate di dimensioni, per congestione, solo durante la defecazione, esclusivamente interne, evidenziabili solo con esplorazione rettale o anoscopia;
2° grado: si ha la progressiva distensione dei pacchetti venosi ;i gavoccioli protrudono durante la defecazione, ma si riducono spontaneamente al termine della stessa.
3° grado: le dimensioni dei pacchetti emorroidari sono sempre maggiori, i gavoccioli protrudono all’esterno durante la defecazione e possono essere rimessi in sede solo manualmente.
4° grado:  gavoccioli che diventano di dimensioni sempre maggiori con prolasso esterno permanente.
Solitamente la terapia chirurgia è riservata al terzo e quarto stadio, oppure anche al secondo grado con frequenti recidive di sanguinamento.


L’asportazione delle emorroidi (emorroidectomia) è forse la tecnica chirurgica più antica , sono stati ritrovati papiri dell’antico Egitto con raffigurazioni di questo trattamento. La tecnica attualmente più usata è quella perfezionata nel lontano 1937 da due chirurghi inglesi Milligan e Morgan ed è, probabilmente, la tecnica operatoria che ha resistito di più ai vari cambiamenti del progresso tecnologico. Purtroppo è gravata da diversi complicanze post-operatorie: alta incidenza di dolore ; frequenti sanguinamenti che richiedono spesso dei re interventi, possibilità di avere delle incontinenze fecali di varia gravità.


Oggi la ricerca medica e il progresso tecnologico hanno reso disponibile una metodica chirurgica mini-invasiva per il trattamento delle emorroidi: il Metodo THD Doppler. Un’innovativa procedura che permette di curare i sintomi della patologia emorroidaria preservando l’anatomia del canale anorettale. Il chirurgo riduce i vasi terminali dell’arteria che alimenta le emorroidi, senza rimuovere alcun tessuto. In questo modo è possibile ridurre l’eccessivo afflusso di sangue senza incisioni dolorose per il paziente. Inoltre tale legatura avviene in una zona meno sensibile al dolore permettendo di ridurre ulteriormente i disagi dell’intervento. Dopo aver legato i rami terminali dell’arteria rettale, il chirurgo procede al riposizionamento dei cuscinetti emorroidari nella loro sede naturale. In questo modo è possibile trattare efficacemente le cause che hanno indotto i sintomi della patologia emorroidaria.
La procedura THD Doppler si esegue per mezzo di un proctoscopio equipaggiato con una speciale sonda Doppler che permette di localizzare con precisione i vasi arteriosi riducendo poi l’iperaflusso di sangue mediante una semplice legatura con sutura chirurgica.


Se i cuscinetti emorroidari sono prolassati all’esterno, dopo la legatura, si può eseguire una mucopessia, permettendo così il riposizionamento del tessuto emorroidario nella sua posizione originaria. L’intera procedura viene eseguita in un’area povera di recettori del dolore e dura circa 30 minuti. Questa metodica non richiede normalmente ospedalizzazione e può svolgersi anche in day-hospital.
Il metodo THD Doppler offre numerosi vantaggi, in particolare: rispetto dell’anatomia della regione anorettale. minimo dolore e disagio sia durante che dopo l’intervento. rapido recupero e veloce ritorno alle attività abituali. limitate recidive. risultati efficaci sia sulle cause che sui sintomi della malattia emorroidaria.