lavarsi i denti previene l'infarto?

Sempre più spesso ci viene detto quanto la salute orale sia essenziale per una buona salute generale.

Studi recenti dimostrano che malattie gengivali in stadio moderato o avanzato comportano rischi più alti di disturbi cardiaci rispetto a individui con gengive sane.

Lo Scottish Health Survey ha pubblicato uno studio su più di 11.000 persone senza malattia cardiovascolare nota.

I risultati dello studio evidenziavano come, in otto anni medi di follow-up, si fossero manifestati 555 eventi cardiovascolari globali, di cui il 74% di origine coronarica. In questo sottogruppo di pazienti il dato che li accumunava maggiormente era la scarsa igiene orale con una frequenza di lavarsi i denti di meno di una volta al giorno ed un riscontro di aumentati livelli ematici di proteina C reattiva (PCR) e fibrinogeno, marcatori rispettivamente di infiammazione e ipercoagulabilità.

Ma come possiamo spiegare questa connessione?

Salute orale e disturbi cardiaci sono interconnessi a causa della proliferazione batterica all’interno della bocca (microbiota orale) . Nella cavità orale esistono diverse nicchie ecologiche abitate da popolazioni batteriche che si distinguono in relazione alle diverse condizioni ambientali di ogni sito. La composizione batterica della saliva, invece, include batteri provenienti da tutti questi differenti ambienti e assomiglia a quella del rivestimento della lingua: sembra quindi essere rappresentativa del microbiota orale complessivo.

Questi batteri se in eccesso ed in presenza di patologie gengivali ( parodontite) possono entrare nel circolo arterioso e quindi arrivano in sede cardiaca , qui possono attaccarsi a eventuali placche ateromatosiche causando un restringimento del lume arterioso con conseguente altrazione del flusso ematico ( ischemia).

Entrando in maggiore dettaglio possiamo andare a capire se ci sono batteri particolarmente cattivi e se invece esistono anche batteri buoni che ci proteggono.

Lo studio, pubblicato sulla rivista International Journal of Cardiology  evidenzia come la presenza di elevate concentrazioni di Saccharibacteria correla con un più alto rischio di eventi ischemici coronarici ricorrenti . Questi batteri possono influenzare il biofilm sub-gengivale e sono in grado di parassitare altri batteri orali così da influenzare la gerarchia della struttura e la funzionalità del microbiota. I risultati indicano questo batterio come predittore di eventi coronarici avversi secondari, quindi, si possono selezionare i pazienti più a rischio.

In senso opposto invece è la presenza di un batterio buono della bocca, l’Eichenelkla corrodens , la cui alta percentuale potrebbe dimezzare il rischio di infarto e ictus.

Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Periodontology. I parodontologi tedeschi hanno seguito per un tempo medio di 3 anni lo stato di salute di oltre 1000 individui, eseguendo l’analisi della composizione batterica del cavo orale di ciascuno.

In questo modo hanno visto che la presenza o scarsità/assenza del ceppo E. corrodens nella bocca di un individuo è un fattore predittivo del suo rischio di infarto e ictus. In particolare un calo della concentrazione di E. corrodens si associa a maggior rischio di infarto e ictus. La presenza di E. corrodens si associa a un rischio dimezzato.

Chi sono i soggetti a rischio?

I pazienti che soffrono di malattie gengivali croniche, come la gengivite, o di malattia parodontale in stato avanzato sono quelli a più alto rischio di disturbi cardiaci causati da una cattiva salute orale, in particolare se tali condizioni non vengono diagnosticate o curate. Anche le infiammazioni gengivali non immediatamente visibili, la scarsa igiene orale e gli accumuli di placca comportano rischi di malattie gengivali.

Quali sono i fattori che alterano il microbiota orale e favoriscono lo sviluppo delle malattie della bocca?

Le cause che influenzano e compromettono la composizione e la funzionalità del microbiota orale sono da ricercare soprattutto nella dieta, nello stile di vita, nell’uso di determinati farmaci e su altri fattori fisiologici, sociali e ambientali.
Per quanto riguarda la dieta sappiamo tutti che i maggiori pericoli derivano da: zuccheri: i microorganismi presenti nella bocca trasformano lo zucchero presente nei residui di cibo in acido lattico e producono enzimi che determinano una progressiva distruzione di smalto e dentina; alcolici: l’assunzione di liquori incrementa la presenza di batteri Gram+ (tra i quali lo Streptococco mutans) e le concentrazioni di acetaldeide tossica.

Relativamente allo stile di vita il fumo altera l’omeostasi del microbiota orale favorendo cambiamenti delle specie presenti e l’apporto di nuove dall’esterno;
Le tipologie di farmaci più pericolosi per la nostra bocca sono gli antidepressivi, gli antiepilettici, la pillola contraccettiva e gli antibiotici.