I diverticoli sono delle piccole tasche che si sviluppano nella parete del colon, di solito nel sigma o nel colon sinistro, ma possono coinvolgere tutto il viscere.

La formazione è dovuta allo sfiancamento della tunica muscolare attraverso la quale la mucosa fa ernia portandosi a contatto diretto con la sierosa, pertanto il termine corretto sarebbe: Pseudodiverticoli.

È una condizione frequente, con una incidenza di oltre il 60% nei Paesi Occidentali dopo i 65 anni di età.
Le Cause : esiste un ipotesi genetica legata alla maggiore o minore presenza di alcune cellule nella parete del colon che si occupano della trasmissione del segnale nervoso (cellule interstiziali di Cajal) .

Ma la causa che suscita maggiore attenzione è la dieta povera di fibre che a lungo è stata considerata la causa primaria della formazione dei diverticoli . Recentemente però diversi studi hanno dimostrato come il consumo di fibre nella dieta non sia associabile alla formazione dei diverticoli ma rappresenta una azione protettiva nei confronti della malattia diverticolare soprattutto per il loro ruolo benefico sul microbiota colico. Inoltre la dieta occidentale si caratterizza con l’abuso di additivi industriali che possono alterare dei componenti essenziali della parete colica ( elastina e collagene) determinando un suo notevole aumento in rigidità .

Differenza tra Diverticolosi e Malattia Diverticolare

La sola presenza di questi diverticoli non è più considerata patologica soprattutto dopo una certa età tanto che si parla di Diverticolosi e rappresenta circa l’80% dei pazienti con diverticoli del colon. Tale condizione, è stato ampiamente dimostrato, non necessita di alcuna terapia né antinfiammatoria né antibiotica, così come non è necessario seguire diete particolari.

Nel restante 20% dei casi la presenza dei diverticoli sviluppa una sintomatologia e quindi si parla di Malattia Diverticolare che possiamo ulteriormente suddividere in:

L’episodio di diverticolite acuta solo in meno di un paziente su quattro (20%) espone a vere complicanze come: stenosi ascessi fistole o infiammazione cronica (SCAD Segmental Colitis Associated with Diverticulosis). Nell’ 80% si evolve in diverticolite cronica non complicata in cui si ha la persistenza della sintomatologia dolorosa che tende a prolungarsi con episodi di riacutizzazione ed alterazioni dell’alvo.

Come si fa la diagnosi 

Sicuramente la Colonscopia è l’indagine più comune con la quale si evidenzia la presenza di diverticoli del colon ma nelle forme acute sarebbe meglio evitare l’indagine endoscopica perché la preparazione intestinale e l’insufflazione di aria potrebbe aumentare il rischio di complicanze. In questi casi l’indagine principe è la Tomografia Computerizzata, che oltre a farci vedere l’estensione della malattia diverticolare ci permette di vedere il tessuto peridiverticolare e quindi eventuali perforazioni o ascessi.

Nelle forme croniche spesso il processo infiammatorio induce una notevole angolazione e fissità al viscere tale da rendere impossibile il passaggio del colonscopio. In queste condizioni una volta si procedeva all’Rx Clisma Opaco oggi si utilizza uno speciale software applicato alla tomografia computerizzata definita appunto Colonscopia Virtuale in cui si ha una ricostruzione del colon in tridimensionale sfruttando le immagini acquisite in TC.

Come si cura : Il passaggio da diverticolosi a diverticolite è dovuto alla disbiosi, con riduzione di batteri cosiddetti buoni con azione antinfiammatori ed aumento dei batteri cattivi con azione proinfiammatoria. Pertanto tutta l’azione terapeutica nella gestione della malattia diverticolare deve essere indirizzata a cambiare la composizione dei nostri batteri nel colon che rappresentano un vero e proprio organo chiamato microbiota colonico. Questo si ottiene mangiando molte fibre e cibi fermentati. La vecchia teoria che bisogna eviatare di mangiare frutta o semi è stata smentita da diversi studi epidemiologici. Si devono associare probiotici e prebiotici anche con terapia a finestra ovvero con richiami settimanali tutti i mesi. Questo schema è stato a lungo utilizzato , spesso impropriamente, con la rifaximina che è un antibiotico intestinale e come tutti gli antibiotici può dare resistenze.

Quando si deve operare: In passato l’indicazione chirurgica all’intervento era legata, oltre alle complicanze acute (perforazione, ascesso, occlusione) o croniche (stenosi, fistole) della malattia, anche al numero di attacchi di diverticolite a cui un paziente andava incontro. Dopo due episodi di diverticolite era indicato eseguire una colectomia preventiva. Tale indicazione era legata all’ aumento del rischio di complicanze soprattutto perforative con l’aumentare degli episodi di riacutizzazione ed alla considerazione che un intervento elettivo esponeva il paziente a minore morbidità e mortalità rispetto all’intervento in urgenza.
Studi successivi hanno dimostrato come la perforazione diverticolare nel 90% dei casi avviene al primo attacco diverticolare. Questo dato ha addirittura fatto pensare che esista una forma particolare di malattia diverticolare particolarmente aggressiva che induce una perforazione immediata.

Gli stessi studi hanno evidenziato come il rischio di avere attacchi ripetuti di diverticolite riduce le possibilità di complicanze perforative . Questi dati hanno completamente abolito l’indicazione di colectomia profilattica e la terapia chirurgica non di urgenza in caso di malattia diverticolare è legata alle condizioni del paziente a prescindere dal numero degli episodi di diverticolite pregressi. ma solo alla considerazione dello stato di alterazione della qualità della vita che questa malattia comporta.
Con l’avvento della chirurgia laparoscopica del colon si può maggiormente consigliare l’intervento
nei soggetti il cui lo stato infiammatorio cronico ha ridotto o angolato in modo significativo il calibro
del viscere determinando una stipsi cronica e dolori addominali ricorrenti.